CAMPO MORFOGENETICO E CAMPO SEMANTICO . COSTELLAZIONI FAMILIARI

18.11.2011 18:14

Oggi i Costellatori sono convinti di avere una conoscenza attualissima e cominciano ad appiccicare spiegazioni scientifiche (non sapendo niente di scienza) ai fenomeni che avvengono nel gruppo…. In parte dimenticano che c’è stato il teatro di Moreno, nelle sue varianti (compresa quella rappresentata da Fellini), in parte dimenticano che c’è stato chi ha studiato i fenomeni che avvengono nei gruppi, uno per tutti Bion, che è solo uno dei più recenti ed importanti studiosi della materia. Recentemente i costellatori parlano del campo morfogenetico e dimenticano che c’è stato l’italianissimo Antonio Meneghetti che ha parlato di Campo Semantico. Ora, mi chiedo io, tutte queste dimenticanze non saranno  indice di ignoranza? Adesso si parla anche di risonanza transpersonale e di ….indovinate?…fisica quantistica!!! Insomma, unito al fatto che nessuno risolve niente con le costellazioni familiari (sebbene tanti, al termine di una rappresentazione , sono convinti di aver assistito a fenomeni eccezionali) , che molti costellatori non hanno uno straccio di laurea, che altri costellatori hanno cominciato a mettere dentro argomenti tipo Reiki, sciamanesimo, 2012 (senza neanche sapere chi ne ha parlato per primo),Yoga, la situazione comincia ad essere chiara: il fenomeno Costellazioni Familiari non è stato trasformato in altro che in una delle solite pratiche new age. Per quanto riguarda Bert Hellinger, sostengo che egli sia un serio studioso e grande operatore, grande tecnico dell’anima, così anche pochi altri, tutti tedeschi. In Italia (questa realtà conosco prevalentemente) le Costellazioni familiari sono state deturpate. Forse sarà stato merito dell’alci, l’associazione costellatori, forse la prima qui in Italia a formare mediatori, forse per via dei vari costellatori o delle altre scuole non sò. Sò che c’è una deriva inutile e stupida e che in genere i costellatori sono persone non qualificate per poter trattare la patologia con metodo pseudopsicologico. Molti di loro si definiscono con faciloneria che va fuori legge (questo non lo sanno naturalmente) terapeuti. Pubblicazioni pattume e idee strampalate rovinano l’originale lavoro di Bert Hellinger. Provate ad assistere a qualche lavoro di Hellinger (molto difficile purtroppo), provate a leggere Hellnger e poi provate a leggere qualcosa stampato e strampalato di quello che rimane e mi darete ragione, provate ad osservare bene coloro che frequentano le costellazioni e, a distanza di un po’ di tempo, valutate se le cose per loro sono migliorate o peggiorate e poi potremo parlarne seriamente. Provate ad indagare la maggior parte dei costellatori e vedere chi realmente sono, cosa realmente fanno e quanto realmente ne sanno e valutate un po’ voi. Comunque questo discorso è andato fin troppo avanti ora passo a presentarvi il famoso campo morfogenetico :

I CAMPI MORFICI e la RISONANZA

Nel seguente articolo l’autore coglie l’assonanza di tali campi con la saggezza di Aristotele. Nell’intervista su Scienza e Conoscenza in uscita a fine gennaio 2009, il n° 27, Sheldrake stesso ne puntualizza la vicinanza. Sincronie di lettura… ovvero attingiamo tutti ad uno stesso campo-informativo di forze?

La causa formale di Aristotele sotto una nuova denominazione?

Il biologo britannico Rupert Sheldrake ritiene che i sistemi siano regolati non solo dalle “leggi” conosciute dalla scienza, ma anche da campi da lui definiti morfogenetici, introducendo la nozione di causazione strutturale o formativa. In base alla sua teoria, quando emersero per la prima volta, le molecole di proteine avrebbero potuto ordinarsi in un numero qualsiasi di modelli strutturali: non esistono, infatti, leggi conosciute che implichino la produzione di una sola di queste forme. Tuttavia quando un numero bastevole di molecole assume una determinata configurazione, tutte le molecole successive, anche in tempi e spazi diversi, acquisiscono la medesima forma. Una volta in cui una molecola si organizza in un pattern, esso sembra influire sui patterns simili.

Inoltre questi campi emersero come novità creative della natura, ma in seguito diventarono abitudini cosmiche in grado di agire su elementi inanimati ed animati. Questo spiegherebbe la cristallizzazione sincronica di molecole complesse, l’apprendimento simultaneo o quasi di nuovi percorsi in un labirinto per opera delle cavie, ma anche la coniazione di nuovi termini, l’apprendimento di tecniche (si consideri il caso della centesima scimmia). La teoria di Sheldrake suppone che, se l’individuo di una specie impara un nuovo comportamento, il campo morfogenetico cambia, mentre la risonanza morfica, con una sorta di vibrazione, si trasmette all’intera specie. Lo scienziato distingue anche tra causazione morfogenetica e causazione energetica: la prima è un arké che si concreta attraverso un substrato di materia-energia. Secondo la ricercatrice Maria Caterina Feole, poiché la vita è coscienza e tutto è collegato, applicando le idee della Sheldrake allo sviluppo degli stati di coscienza, si può arguire che anche tali stati siano connessi ai campi morfogenetici. In tale contesto, le cosiddette forme-pensiero sarebbero in grado di fungere da calamita verso altre forme-pensiero simili, attirando persone con caratteristiche analoghe.

L’elaborazione concettuale concisamente presentata mostra degli addentellati con la filosofia aristotelica, in ordine a quelle che lo Stagirita definì causa formale (campo morfogenetico) e causa materiale: la prima è, infatti, il modello, il principio generatore, la legge di una cosa; la seconda è la materia. Anzi pare proprio che, mutatis mutandis, Sheldrake rivisiti i concetti aristotelici passibili di stabilire un collegamento tra un quid immateriale e la sfera energetica. Anche l’espressione “campo morfogenetico” richiama il pensiero del “maestro di color che sanno”: il vocabolo greco “morphé” vale “forma”, intesa in tutta la sua gamma di possibili significati, anche piuttosto difficili da concettualizzare. Il nesso tra campo morfogenetico e campo energetico ricalca il sinolo aristotelico, unione di elemento formale e materiale. Ancora una volta Nil novi sub sole.

È comunque significativo che varie ricerche di frontiera tendano, in questi ultimi decenni, a convergere verso acquisizioni risalenti all’antichità.

Fonti:
Enciclopedia di filosofia, Milano, 2002, s.v. Aristotele e causa M. C. Feloe, Dalla fisica dei quanti alla realtà, Macerata, 2007
R. Sheldrake, A new science of life, 1981

Segnalazioni librarie:

Rupert Sheldrake,
La Mente Estesa.

Cosa rappresenta la scoperta del Campo semantico
“Non esistono misteri, ma solo verità non comprese”.

Sappiamo che circa il 90% della nostra intelligenza è inconscia. Che questo enorme iceberg non sia “silenzioso” e inerte è testimoniato da tutte quelle discipline, oggi sempre più accreditate, che hanno a che vedere con la comunicazione non verbale: la fisiognomica, lo studio del linguaggio del corpo (cinesica) e della gestione dello spazio (prossemica). Riconosciamo quindi che ci sono delle informazioni che non seguono il canale verbale e di cui non abbiamo un controllo razionale e volontario. Sono come dei sottotitoli che costantemente si accompagnano al verbalizzato all’interno di ogni comunicazione fra gli individui: diciamo a parole una cosa, ma il nostro inconscio in realtà ne intende un’altra.

L’Ontopsicologia è la scienza che ha compreso e decodificato in maniera razionale questa modalità di comunicazione che, pur non essendo visibile e tangibile, agisce nel reale producendo degli effetti concreti, che spesso si “subiscono” e si interpretano come fatalità, coincidenze o casualità. Queste informazioni si muovono e si scambiano fra gli individui viaggiando attraverso una sorta di network “biologico”, predisposto cioè dalla natura. In quanto dirette emanazioni dell’attività psichica del soggetto, che è la causa di ogni fenomenologia umana, queste informazioni si muovono in anticipo rispetto ad ogni scambio verbale e all’accadimento stesso dei fatti. Prima che qualunque evento avvenga, infatti, esso è già scritto nei percorsi energetici dell’attività psichica. Ecco perché questa modalità di comunicazione che viaggia sul piano inconscio è più “vera” e reale rispetto a quella verbale: sono i dati di questa rete informatica inconscia a “guidare” e a determinare, in ultimo, l’accadimento dei fatti nella vita degli individui. Avendo decodificato le leggi del funzionamento dell’attività psichica, l’Ontopsicologia ha potuto formalizzare la scoperta di questo linguaggio che esiste in natura. Questa scoperta è il Campo Semantico. Si tratta in sostanza di una rete di connessioni che trasferisce informazioni senza spostamento d’energia. Quando un’informazione semantica ci impatta, non è mai per caso: l’informazione che arriva è rivolta sempre ad uno specifico destinatario. Il fatto di non conoscere questa forma di comunicazione non altera l’evidenza che essa è costantemente in azione. La persona però si trova a subirne gli effetti, senza capire perché e come si sono prodotti.

Attraverso la conoscenza di questo linguaggio è invece possibile intercettare il muoversi dell’attività psichica, conoscere i fatti prima del loro verificarsi e poter intervenire per cambiare gli effetti. Il campo semantico trasferisce informazioni e realtà d’ogni genere: emozioni, istinti, intenzioni, stati fisici e stati mentali. Queste informazioni vengono rilevate come esigenze fisiche od emotive, come tendenze ad agire in un certo modo, che il soggetto interpreta come proprie ma che in realtà non gli appartengono: quante volte agiamo sulla base di un impulso che sembra incontrollabile, provocando spesso danno d’ogni sorta? Senza nessuna “magia”, l’Ontopsicologia spiega i passaggi tecnici necessari per sintonizzarsi su questo canale di comunicazione e interpretarne correttamente i contenuti. Meneghetti afferma che “ogni scoperta, in realtà, non è un’invenzione del reale, ma una correzione del punto di vista del ricercatore. Quindi, ogni scoperta è in sostanza una diminuzione di ignoranza su una realtà che è sempre la stessa”.

Il campo semantico dunque è una scoperta che consente all’uomo, nella misura in cui egli ha colto se stesso e quindi ha diminuito la sua ignoranza, di poter esplorare il reale nella sua totalità. Ecco perché, grazie alla conoscenza del campo semantico, è possibile rileggere in chiave razionale anche le cosiddette percezioni “parapsichiche”. Non c’è niente di parapsichico! Se si ampliano gli spazi della mente umana che riescono ad essere spiegati razionalmente, accade che ciò che prima era “para” o “extra” (perché cadeva al di fuori dei confini già tracciati e conosciuti!) si trasforma in qualcosa di tranquillamente previsto. Un certo tipo di percezioni sono semplicemente forme di conoscenza razionale che ci appartengono, in quanto proprie della nostra tipologia umana: il problema è che non siamo abituati ad inquadrarle in modo logico e cosciente. Non avendo mai imparato la lettura di questo tipo di informazioni, ci troviamo in una condizione di ignoranza tecnica: riteniamo “magica” una determinata situazione, ma uno scienziato competente sa cosa accadrà prima ancora del cosiddetto “fenomeno magico”. Imparare a leggere il campo semantico significa quindi acquisire competenza in una lettura tecnica e razionale del reale, per la quale ci vuole uno studio che si comincia sin dall’infanzia. È un aggiornarsi continuo, esattamente come per qualsiasi scienza avanzata ci vuole uno studio continuo. Esattamente come testimonia il percorso realizzato da Antonio Meneghetti, fondatore dell’Ontopsicologia.

Scritto da: stoner
Credo che Antonio Meneghetti abbia parlato del campo semantico negli anni ‘70 dello scorso secolo, si poteva anche prenderlo sul serio no?

Crea un sito gratis Webnode